Microonde e refezione scolastica: il problema non sono le schiscette!

Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ha osservato con molto interesse l’azione di protesta organizzata al Liceo di Locarno. Le ragioni della protesta ruotano attorno alla possibilità di poter riscaldare il proprio pasto nella sede, senza dover aspettare ammassati per oltre 30 minuti, bruciandosi la pausa pranzo. In questi termini, è del tutto legittimo che uno studente voglia consumare un pasto portatosi da casa al fine di risparmiare sul costo dei pasti.

Purtroppo la storia a cui assistiamo a Locarno non presenta nessun elemento di novità: in altre sedi scolastiche cantonali la musica è periodicamente la stessa! Difatti, per non introdurre dei microonde supplementari, le ragioni che vengono presentate dall’Ufficio della refezione e dei trasporti pubblici (URTS) sono sempre le stesse in tutte le scuole e mettono in contraddizione l’interesse degli studenti con quello dei dipendenti pubblici. Infatti secondo l’Ufficio, l’introduzione dei microonde metterebbe in discussione la sostenibilità finanziaria dei suoi servizi e di conseguenza la posizione dei dipendenti pubblici. Questa retorica non fa altro che sviare il discorso ed evadere il problema affinché non si trovi una soluzione reale, mettendo oltremodo gli interessi degli studenti contro quelli dei dipendenti della mensa!

Come SISA sosteniamo la protesta del corpo studentesco del Liceo di Locarno nell’attesa di una risposta seria da parte del DECS, a cui l’URTS fa capo. L’interesse del corpo studentesco e dei dipendenti pubblici non sono in contraddizione. Se gli studenti progressivamente ricorrono alle schiscette, bisogna introdurre più microonde e significa, come da noi già denunciato con una petizione nel 2014 (leggi qui), che il costo dei pasti a scuola non è sostenibile per tutte/i: affinché la refezione scolastica resti un punto di riferimento per le studentesse e gli studenti, si abbassino i prezzi dei pasti offerti!

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