Relazione di Max Ay sulla petizione del SISA “trasporti pubblici gratuiti per i giovani in formazione” (03.12.2007)

Signore deputate, signori deputati,

La petizione del SISA chiedeva un servizio di trasporti pubblici gratuiti per i giovani in formazione, quindi studenti e apprendisti. L’idea non è nuova, già  il Collettivo Studentesco Ticinese riconosciuto sia dal consigliere di Stato Giuseppe Buffi sia dal suo successore Gabriele Gendotti, sul finire degli anni ’90 e sicuramente nel 2001 aveva rivendicato l’introduzione di un abbonamento per i mezzi pubblici destinato esclusivamente agli studenti e agli apprendisti se non gratuito perlomeno a prezzi ridotti.
Nel 2001 durante le riunioni di questo movimento, il Collettivo Studentesco Ticinese, che ha dato il là  ad un periodo molto importante di lotte studenteshe nel nostro Cantone, si diceva che se ai militari è dato questa agevolazione (e ci mancherebbe altro che uno per spostarsi fino in caserma debba anche pagare il biglietto!), non si vede come mai la stessa agevolazione non potrebbe esserci per degli studenti che si stanno formando e che metteranno il loro sapere al servizio dello sviluppo di questo paese.
E la rivendicazione dei trasporti gratis era inserita pure nella piattaforma di sciopero del 21 marzo 2003 sostenuta in quell’occasione dalle assemblee studentesche di tutte le scuole medie superiori del Cantone e che aveva portato un circa 600 liceali ad occupare il treno per venire a scioperare a Bellinzona.
La risposta che si riceveva allora era la seguente: esiste già  l’abbonamento Arcobaleno. Questo abbonamento (al di là  di non potersi proprio dire a buon mercato) in realtà  non è concepito in modo particolare per i giovani che viaggiano per scopi formativi ed prevede una suddivisione in zone non sempre molto azzeccate soprattutto per chi abita nella valli o in regioni discoste e spesso questo portava ad una situazione in cui gli studenti e le loro famiglie dovevano pagare delle zone del tragitto che magari attraversavano per pochi minuti. Non è una invenzione del SISA, dunque, ma si tratta di una delle rivendicazioni storiche del movimento degli studenti di questo Cantone ma che finora non aveva mai trovato una formulazione sotto forma di petizione.

Il SISA ha deciso di riportare questo tema nell’agenda politica anche dopo aver ricevuto notizia che a Conferenza delle Associazioni Studentesche dell’Università  di Ginevra (CUAE) unita ad altri movimenti aveva lanciato una iniziativa popolare in quel cantone per ottenere trasporti pubblici gratuiti per tutta la popolazione. Noi abbiamo voluto prima sondare il terreno con una petizone e limitata unicamente ad una certa fascia di persone che sono quelle che noi in primis rappresentiamo.
Nel frattempo una iniziativa popolare lanciata dai Giovani Progressisti che chiedeva trasporti gratis per giovani e anziani non è riuscita nella fase di raccolta firme per tutta una serie di problemi organizzativi, benchè c’era un forte interesse nella popolazione. E’ riucita invece la raccolta firme del sindacato UNIA per gli apprendisti vittime delle centralizzazione imposta dall’alto delle scuole professionali. La nostra petizione è una via di mezzo fra le due iniziative suddette e si inserisce in un contesto in cui la popolazione non solo giovanile sembra essere toccata da questa tematica.

Va detto che come SISA al lancio di questa petizione abbiamo ricevuto la notizia che Comunità  familiare ha distribuito la nostra petizione durante la propria assemblea generale, così come è circolata durante una seduta del Consigio cantonale dei giovani. E nel 2005 vi era stata una petizione interna simile lanciata dal Comitato studentesco del Liceo di Mendrisio. Anche l’Associazione Traffica e Ambiente ha dato un contributo alla raccolta delle firme, così come il Partito del Lavoro e il Sindacato dei Consumatori.

Noi, come sindacato studentesco riteniamo che la gratuità  sia un’idea umanista. Un’ideale che ha portato le società  democratiche a creare servizio pubblici di base universali come la stessa educazione. Questi servizi pubblici sono stati lo strumento per il progresso non solo economico ma anche sociale perchè essi permettono sempre di ridurre le disuguaglianze sociali il cui aggravarsi è un pericolo costante del nostro sistema. Si tratta ora non solo di difendere questa idea, ma di svilupparla, estendendo questi servizi.

I trasporti sono gratis nelle città  di Chà¢teauroux in Francia (73mila abitanti), Hasselt in Belgio (70’000 abitanti), Seattle negli USA (500’000 abitanti), Cranx-Montana e Chamonix. L’obiettivo è di migliorare la mobilità  urbana, rendere fluida la circolazione e preservare la qualità  dell’aria. In Francia esiste un fondo trasporti che era stato creato negli anni ’70 per aiutare le comunità  locali nel finanziare il deficit strutturale dei trasporti cittadini pubblici (e qui vale la pena ricordare che un servizio pubblico non ha scopi di profitto!). Questo fondo è finanziato dalle aziende atrraverso una imposta sulla massa salariale. Il bilancio del trasporto pubblico gratuito è positivo visto che nel 2004 è stato esteso fino al 2008. A Hasselt in Belgio il diritto ai traporti gratis esiste dal 1997 e ha permesso di rendere molto più dinamico il tessuto economico di questa città  industriale sinistrata.
A Chamonix i costi dei trasporti gratuiti ammontano a circa 3 milioni di euro all’anno e sono pagati in buona parte da una tassa di soggiorno turistico.

A questo la domanda che sorge spontanea riguarda appunto il modo di findanziamento di una tale proposta. Le città  o le regioni che hanno optato per trasporti pubblici hanno trovato vari modi per poterli finanziari. A Chà¢teauroux sono le aziende che attraverso una imposta locale sulla massa salariale dello 0,6% a permettere questo servizio pubblico. A Seattle una parte delle rete dei trasporti viene offerta dai commercianti di una certe zona che traggono beneficio dai clienti che si spostano con più facilità  (e qui si inserisce anche un discorso di pianificazione). A Chamonix si pagano i trasporti con gli impianti di risalita. A Ginevra ci si basa invece sul discorso “chi inquina paga” con queste proposte concrete: una tassa aeroportuale specifica di 12.”” Fr (che equivale piuomeno a quattro corse in tram) per ogni passeggero che arriva all’aeroporto di Cointrin (e questa proposta, visto che in Svizzera il kerosene a differenza della benzina non è praticamente tassato, appare ragionevolissima), una tassa in più, ma accettabile perchè garantirebbe la gratuità  di uno dei servizi pubblici più utili e utilizzati (anche per i turisti). Un’altra proposta consiste nel far pagare alle aziende con più di 10 impiegati un “buono trasporto” di Fr. 20.”” al mese e per impiegato (che equivale ad un franco per impiegato e per giorno di lavoro) questo perchè si ritiene che le aziende debbano asusmersi direttamente le responsabilità  sull’inquiamento che generano attraverso lo spostamento (forzato) dei loro lavoratori. Darebbero un contributo a contrastare l’inquinamento ed eviterebbero spese eccessivi nel creare parcheggi aziendali. Terza proposta ginevrina è la tassa ultra-progressiva sull’emissione del CO2: constatando un aumento dei veicoli di grossa cilidrata molto inquinanti, nonchè un aumento di problemi sanitari legati allo smog e gli impegni del paese verso il protocollo di Kyoto, si ritiene che si debba scoraggiare determinate scelte di acquisto al momento dell’immatricolazione dei veicoli: insomma una tassa in base all’emissione di CO2 molto più drastica, ma con l’estensione della lista di veicoli poco inquinanti esentasse (questo anche per determinare un freno al consumismo). Queste sono le tre proposte che erano uscite nel dibattito riguaradante Ginevra.

Nessuno mette in dubbio le differenze eistenti fra il Ticino e gli esempi portati, ma la politica dei trasporti è sufficientemente variegata per poter trovare accorgimenti in questo senso. Il discorso è molto chiaro: tutto dipende dalla volontà  e dal coraggio politico di trovare delle soluzioni per estendere dei diritti e il diritto alla mobilità  è un diritto umano.

Esiste poi il fattore educativo per i giovani: sia nell’utilizzo del mezzo pubblico come sensbilizzazione ai crescenti problemi ecologici, sia nell’usufruire di un diritto come senso di appartenenza ad una comunità  che mette a disposizione questo diritto ulteriore come fiducia nei confronti dei cittadini. Senza dire che questo diritto andrebbe anche nella direzione di incentivare un migliore sviluppo pianificatorio dei trasporti pubblici che in alcune città , prima fra tutte Bellinzona, lascia molto a desiderare.

Grazie.

 

Vedi il testo della petizione: “Trasporti pubblici gratuiti per i giovani in formazione” PDF

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