Gragnola di sassi su una recluta: stop agli abusi in grigioverde, rafforziamo il servizio civile!

Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) è venuto a conoscenza con grande sconcerto degli eventi verificatisi durante la scuola reclute della difesa contraerea 33 ad Emmen. Il “plotone d’esecuzione” a base di sassi e noci non è stato infatti che il culmine di una lunga serie di angherie ed umiliazioni di cui sono state vittima ben tre reclute ticinesi (ricordiamo che, secondo quanto riferito dal padre alla RSI, il giovane sottoposto al “plotone” improvvisato è stato anche costretto a rimanere sull’attenti in mutande di fronte al resto della propria camerata). Dopo i fatti di Coira dello scorso gennaio, quest’ultimo episodio non fa che confermare il carattere sistematico degli abusi commessi tra le fila dell’esercito: è ormai evidente come questi non siano dei banali “casi isolati”, bensì un fenomeno diffuso e tollerato dalle gerarchie militari.

All’interno delle caserme elvetiche non vale purtroppo lo stato di diritto, bensì la più semplice e barbara “legge del più forte”: benché vi siano delle leggi e delle regolamentazioni da seguire (che ad esempio vietano le punizioni corporali), i sottufficiali e gli ufficiali rossocrociati se ne infischiano altamente, disponendo come meglio credono delle reclute al proprio comando. Il clima di omertà e spesso di vero e proprio terrore che vige negli ambienti militari impedisce ai soldati vittime di abusi di denunciare l’accaduto per paura di ritorsioni: la testimonianza della recluta di Emmen ne è solo l’ultimo tragico esempio. A questo proposito, il SISA ricorda ai lettori l’esistenza di un proprio sportello apposito, attivo nella consulenza alle reclute e contattabile ai seguenti numeri telefonici: 079 773 43 03; 079 374 68 80; 079 839 50 32.

A fronte dell’emergenza cui sono confrontate le reclute elvetiche, e in particolare quelle ticinesi, la risposta delle autorità è però completamente ridicola e fuori luogo: anziché facilitare l’accesso al servizio civile e garantire quindi alle reclute una valida alternativa al servizio militare, il Consiglio Federale propone invece di ostacolare ulteriormente la libera scelta di noi giovani! Oltre a ciò, non si vede l’ombra di alcun intervento strutturale che permetta di bandire dall’esercito i soprusi cui la cronaca ci ha ormai fin troppo abituato. Per il SISA la soluzione è chiara: rafforzamento e ampliamento dell’accesso al servizio civile, tolleranza zero per gli abusi in grigioverde!

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