I liceali ticinesi non sono i peggiori! (19.01.2009)

Il Liceo di Bellinzona si posiziona al penultimo rango in una classifica che ha coinvolto vari licei elvetici. Le altre sedi ticinesi non stanno meglio. L’immagine della scuola ticinese ne risente notevolmente e, nonostante possa stupire qualcuno, di certo non è un motivo di felicità per il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti SISA). Il SISA è dalla sua fondazione nel 2003 che indica le lacune della scuola pubblica ticinese soprattutto riferita alla miope politica scolastica del DECS e alla riduzione di risorse. Questi sono i problemi veri (che vanno risolti con la mobilitazione sindacale e pedagogica di studenti e insegnanti), non quelli inventati dal Politecnico di Zurigo che da qualche anno ha scatenato una guerra contro i licei, colpevoli – secondo lorsignori – di non conformizzare sufficientemente i giovani ai bisogni delle aziende.

I “pedagogisti” del Politecnico che ricevono ordini dal padronato e dalle multinazionali sentenziano, infatti, con un test preparato ad hoc che:

1) gli studenti ticinesi sono carenti nel lavoro individuale. Morale? Bacchettare i docenti che favoriscono la cooperazione e l’apprendimento collaborativo per mettere gli studenti in un clima di malsana concorrenza individualista come se le scuole fossero aziende e i docenti dei manager

2) la scuola ticinese è troppo sociale mentre deve assoggettarsi alla scuola svizzero-tedesca che seleziona maggiormente e che favorisce gli studenti “migliori” e lascia a se stessi chi fa più fatica. In tale ragionamento solo l’élite della società deve poter continuare gli studi e il resto deve restare ai piedi della scala sociale.

3) gli allievi ticinesi non vanno bene nelle scienze sperimentali: problema già risolto con la “piccola revisione” del liceo del 2007 a causa della quale il peso delle materie scientifiche (pure per i liceali di curricolo umanistico) aumenterà per bocciare di più, rendendo così il liceo una scuola al servizio delle aziende che operano in campo scientifico (che chiedono manodopera qualificata) e non al servizio della cultura umanistica sale della democrazia e della libertà!

Il test del Politecnico è simile al famoso test PISA che già aveva affossato – guarda caso – la scuola ticinese. Tali test non sono neutrali, hanno al contrario un fine politico ben preciso, ossia quello di screditare nell’opinione pubblica l’idea di una scuola democratica per tutti, che sappia integrare piuttosto che escludere. Il test PISA, ad esempio, era un’idea del WTO che non ci risulta essere un’organizzazione di promozione culturale ma piuttosto di promozione economica di stampo neoliberista.

Difendiamo quel poco di positivo che resta della scuola pubblica ticinese: non accettiamo dictat anti-sociali da Berna e rifiutiamo l’omologazione dei sistemi formativi su modelli meno democratici.

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