Nei mesi precedenti la fine dell’anno scolastico 2008/09, il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) si è più volte riunito con una vasta gamma di organizzazioni operanti nel mondo della scuola, per redigere un appello volto alla salvaguardia della stessa. Da più di 10 anni stiamo infatti assistendo ad un vero e proprio smantellamento dell’educazione pubblica, portato avanti da subdole politiche di stampo liberista, per mezzo delle quali il Consiglio di Stato ha ripetutamente tagliato i fondi dedicati all’istruzione.
Oggi ci troviamo in una situazione talmente difficile, in cui i problemi causati dai continui ridimensionamenti (Gabriele Gendotti già nel 2003 diceva che si stava “raschiando il fondo del barile”, ma come la storia recentissima ci ha dimostrato, la politica del taglio è proseguita imperterrita) hanno finalmente convinto le organizzazioni dei docenti a farsi sentire.
L’appello che il SISA ha sottoscritto unitamente a VPOD docenti, OCST docenti, Movimento della Scuola, La Scuola, Associazione per la Scuola Pubblica ed altri ancora, riporta sinteticamente dei punti rivendicativi molto importanti, tra i quali una diminuzione del numero di allievi per classe (aspetto fondamentale per facilitare l’impegno che un docente può mettere nel seguire un allievo, e conseguentemente anche la possibilità di maggior apprendimento per quest ultimo), una rivalutazione del ruolo del docente e un potenziamento dei corsi parascolastici, quali mense e doposcuola.
Queste rivendicazioni non verranno mai regalate né agli studenti né ai docenti; vanno invece conquistate lottando apertamente e creando un rapporto di forza tale da costringere il Governo a cambiare la propria linea politica, tornando ad investire nella scuola. Per farlo bisogna che studenti e docenti scendano in piazza uniti e blocchino il regolare corso delle lezioni, come accadde il 12 novembre 2003, quando 6000 baluardi difesero a gran voce la scuola pubblica.
Il SISA chiede apertamente ai firmatari dell’appello, ai docenti e agli studenti del Canton Ticino di unirsi nella lotta per migliorare l’istruzione della scuola pubblica: l’alternativa è rimanere a guardare un intero sistema scolastico che si sgretola.