NO alla restituzione delle borse di studio!

La misura di risparmio descritta qui di seguito è stata trattata dal Gran Consiglio ticinese lunedì 19 settembre 2016: grazie alla mobilitazione degli studenti, coordinati dal SISA, e al lavoro di pressione mediatica svolto nelle precedenti settimane, siamo riusciti ad evitare il peggio.

I relatori del rapporto di maggioranza (Farinelli, Dadò e Caverzasio), intimoriti dalle sempre più numerose critiche al taglio alle borse di studio, hanno chiesto e ottenuto il rinvio in commissione del testo. Insomma, una vittoria parziale: la misura non è stata completamente ritirata, ma verrà ritrattata e ridiscussa dalla Commissione della gestione.

Ora occorrerà però rimanere vigili, per evitare che ne venga riproposta una versione edulcorata o che questa ritorni sotto altre spoglie. L’abbiamo detto e lo ribadiamo: le borse di studio non si toccano, anzi occorrerebbe prima di tutto rinforzarle!

Qui di seguito il comunicato stampa congiunto del comitato giovanile contro la restituzione delle borse di studio e la gallery fotografica dei flashmob di protesta svoltisi in diverse scuole ticinesi.


Le borse di studio: diario di una lenta agonia

La maggioranza parlamentare borghese, composta da Lega, PLR e PPD, è intenzionata a riversare sulle spalle dei giovani una parte dei risparmi per il risanamento finanziario dello Stato: per racimolare 2-3 milioni in più all’anno, si vuole rendere obbligatoria la restituzione di un terzo delle borse di studio concesse agli studenti di bachelor (come dal 2015 già viene chiesto a quelli di master…!).

Così facendo, si andrebbe però a colpire un sistema di aiuti allo studio già massacrato dai risparmi degli scorsi anni, tra cui ricordiamo:

  • il cambio del metodo di calcolo per l’ottenimento di una borsa (2011), che ha escluso una consistente parte del ceto medio dall’accesso ad un assegno di studio;
  • la trasformazione in prestiti di un terzo delle borse di studio per gli studenti di master (2015), da restituire in 7 anni sulla base di un tasso variabile stabilito dal mercato.

Potete vederne le conseguenze nel grafico sottostante: le domande accolte sono crollate di un quarto in soli 3 anni, mentre il valore totale delle borse concesse è calato di 2 milioni a causa dell’effetto deterrente verso le famiglie (queste sono sempre meno spinte a richiedere un assegno di studio pieno, proprio a causa delle numerose limitazioni introdotte negli ultimi anni).

evoluzione domande accolte

Non possiamo accettare un’ulteriore taglio alle borse di studio!

Queste sono uno dei pochi strumenti che permettono agli studenti delle classi meno favorite di accedere a degli studi superiori e di migliorare la propria condizione sociale. Limitando questa possibilità, si andrebbe a limitare ulteriormente il diritto allo studio, già particolarmente fragile e trascurato nel nostro Cantone!

Gli assegni di studio costituiscono un intervento di redistribuzione della ricchezza verso i ceti medio-bassi, motivo per cui non ha assolutamente senso pretendere che vengano restituiti allo Stato: il gesto di “responsabilità” dovrebbe venire dalla classe politica, chiamata a sostenere queste fasce sociali già provate dal difficile contesto economico, e non da queste ultime nei confronti del resto della società! Sembrano tramontati i tempi in cui si parlava ancora di “società solidale” e “stato sociale”: oggi a prevalere sembrano essere unicamente gli interessi dei ceti facoltosi e delle imprese, a cui non interessa nulla se non la diminuzione del carico fiscale…

Organizziamoci e lottiamo!

Noi non staremo a guardare mentre il diritto allo studio dei cittadini ticinesi viene mandato al macero, agiremo e utilizzeremo tutti gli strumenti possibili per evitare questa eventualità, in favore di borse di studio solide e di pari opportunità di formazione per tutti!

Unisciti al SISA, e difendi i tuoi diritti!

dossier borse di studio copertinaDossier informativo

In questo dossier potrai trovare informazioni più dettagliate sullo stato di salute del sistema ticinese di aiuti allo studio, sulle condizioni sociali e occupazionali dei nostri giovani e  sui problemi che una simile riforma comporterebbe per tutti i cittadini del cantone.

Buona lettura!


Comunicati stampa


 

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