L’istruzione non è una merce, la scuola non è un’azienda!

Il seguente discorso è stato pronunciato dal coordinatore del SISA Zeno Casella in occasione della manifestazione nazionale in difesa dell’istruzione svoltasi a Berna sabato 24 marzo 2018.


Guten Tag an alle,

Ich vertrete die Unabhängige Gewerkschaft der Studenten und Auszubildenden des Kantons Tessin, die SISA. Weil diese Demo eine nationale Demo ist, haben wir gedacht, dass es richtig währe, allen Nationalsprachen Raum zu geben. Daher werde ich meine Rede auf Italienisch halten: Ich hoffe, dass ihr es verstehen könnt.

Bonjour à toutes et à tous,

Je répresente le syndicat indépendant des étudiants et des apprentis du Canton Tessin, le SISA. Vue que celle d’aujourd’hui est une manifestation nationale on a pensé qu’il était juste de donner de l’espace à toutes les langues nationales. Je vais donc faire mon discours en italien : j’espère que vous pourriez quand même le comprendre.


In tutto il mondo occidentale assistiamo da ormai più di 20 anni ad un attacco frontale alla scuola pubblica e al diritto allo studio: le direttive dell’Unione Europea e dell’OCSE hanno infatti promosso lo smantellamento neo-liberale dei nostri diritti in quanto studenti e cittadini. La strategia di Lisbona, il processo di Bologna, le misure d’austerità imposte agli Stati occidentali, hanno portato a massicce riduzioni della spesa per l’istruzione pubblica e ad una progressiva mercificazione della scuola, come dimostrato dalle più recenti riforme applicate in Italia, Francia, Spagna, ecc.

A questa dinamica non è purtroppo sfuggita nemmeno la Svizzera che, benché non faccia parte dell’Unione Europea, ha recepito e adottato le stesse identiche ricette del resto del continente. Quasi ogni anno assistiamo a nuovi tagli e a nuove misure d’austerità nell’ambito dell’istruzione, passata dall’essere un diritto fondamentale dei cittadini ad un servizio a pagamento in cui solo chi proviene dalle classi sociali più alte può permettersi di seguire degli studi accademici: la recente ondata di aumenti delle tasse universitarie conferma purtroppo questa tendenza. All’interno delle università l’intervento del capitale privato e del padronato è sempre più evidente ed invadente: professionalizzando i percorsi scolastici e sponsorizzando la ricerca accademica, l’oligarchia elvetica sta riuscendo a modellare la scuola pubblica ai propri obiettivi di profitto a breve termine.

Il Ticino non fa eccezione: da ormai più di 20 anni gli attacchi alla scuola pubblica stanno devastando uno dei sistemi scolastici più avanzati e democratici del paese, riducendo l’equità dell’istruzione e svuotandola di ogni valore umanista, di qualunque traccia di pensiero critico. Tagli all’offerta formativa, aumento dei costi di formazione per le famiglie, riduzione dei salari dei docenti, ecc.: l’elenco potrebbe continuare a lungo. Negli ultimi 3-4 anni il Cantone ha poi tagliato drasticamente la spesa per le borse di studio, senza curarsi delle conseguenze sociali di queste decisioni: in soli due anni la spesa per gli aiuti allo studio in Ticino è diminuita di ben 5 milioni di franchi, escludendo da questi sussidi circa un quarto dei beneficiari precedenti! Ora però i soldi a quanto pare saltano nuovamente fuori, dato che Governo e Parlamento hanno approvato senza troppi problemi dei generosissimi sgravi fiscali ai ricchi e alle aziende per ben 50 milioni di franchi!

È arrivato il momento di dire basta a queste politiche d’austerità fatte sempre e solo sulle spalle delle fasce più deboli della popolazione, a questo smantellamento dei nostri diritti sociali, a questo progressivo asservimento dell’istruzione alle esigenze contingenti dell’economia privata! Bisogna dirlo chiaro e forte: l’istruzione non è una merce, la scuola non è un’azienda! È ora di invertire la rotta, di rafforzare la scuola pubblica e di tornare a concepire l’istruzione come un investimento per il futuro: per questo rivendichiamo un’istruzione rigorosamente pubblica, emancipatrice, umanista, democratica e partecipativa!

Zeno Casella, coordinatore del SISA.


Guarda qui il video del discorso!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *