Agli albori dell’anno scolastico 2016/17, gli studenti ticinesi si sono trovati subito in un clima di lotta. Ed hanno dimostrato di saperci fare!
Nel pieno contesto di risparmi trasversali nei vari settori dello stato, la maggioranza parlamentare borghese ha pensato bene di proporre la conversione in prestiti di un terzo delle borse di studio per il bachelor.
Nel corso del settembre 2016, a cancelli delle scuole appena aperti, il sindacato studentesco è riuscito ampiamente a mobilitare gli studenti di diversi istituti, dove essi hanno preso coscienza della pericolosità della misura in questione. Fattore preponderante in questa manifestazione studentesca era il carattere selettivo della proposta, la quale minava profondamente il diritto allo studio della popolazione giovanile ticinese. Infatti, data la portata distruttiva di questa misura, altri movimenti giovanili, quali la Gioventù Comunista e la Gioventù Socialista, hanno aderito a questa presa di posizione, anch’essi pronti a sostenere il SISA nel caso si fosse lanciato il referendum contro la suddetta misura.
A seguito del peso politico conseguito dal sindacato con la collaborazione delle organizzazioni sopracitate, altri hanno seguito la strada spianata dal movimento studentesco. Infatti a questa presa di posizione hanno aderito la quasi totalità dei movimenti politici giovanili, andando a creare un rapporto di forza non indifferente. Di fronte a questo muro, il legislativo cantonale ha rimandato la misura in commissione, andando di fatto a posticipare tale azione, o almeno così si pensava. Fino ad ora tale misura non si è più manifestata, tuttavia ciò non fa pensare che in futuro non possa venir nuovamente proposta.
Oltre a questa grande vittoria, un’altra lotta portata avanti dal sindacato ha avuto risvolti positivi, non più in materia di diritto allo studio, bensì a proposito di trasporti.
Con il completamento della galleria di base del San Gottardo, ovvero Alptransit, sia le FFS che le FART hanno modificato il proprio piano orario nelle fasce particolarmente sensibili agli studenti ticinesi, i quali settimanalmente sono diretti verso Oltralpe per i propri studi universitari. Infatti, con una logica neoliberista votata al risparmio più subdolo che tiene conto solo della massimizzazione del profitto con una conseguente ricaduta sulla qualità del servizio, le suddette organizzazioni di trasporto pubblico hanno deciso di sopprimere dei collegamenti fondamentali per questi studenti: le corse delle 19.10 da Lugano e delle 18.48 da Locarno della domenica sera, così come quella delle 20.25 da Domodossola.
A fronte di un crescente disagio, causato principalmente dal sovrafollamento dei treni in quella fascia oraria, tale azione intrapresa non poteva che essere contrasta. Ad aggravare la già infausta situazione si aggiungeva l’incompatibilità dei trasporti secondari che permettono il trasferimento casa-stazione, l’inutilizzabilità del binario 7 e la resa praticamente inutile del vantaggio conseguito con la nuova galleria (la mezz’ora risparmiata di viaggio la passi in stazione, arrivando allo stesso orario a destinazione). Per questo motivo il SISA ha sostenuto la petizione “Mantenere la qualità attuale dell’offerta ferroviaria sulla linea Locarno-Domodossola” lanciata da studenti locarnesi e ne ha lanciata una parallela dal nome “Manteniamo il treno delle 19.10”.
Grazie all’unione della popolazione studentesca sia media superiore che universitaria, siamo riusciti a raggiungere un numero di firme significativo, alla quale è seguita un’audizione con la Commissione delle Petizioni del Gran Consiglio. Complessivamente ciò è stato sufficiente per legittimare la rivendicazione e ottenere conseguentemente la reintroduzione del treno delle 19.10 e del servizio offerto dalle FART. Nonostante ciò occorre rimanere vigili, attendere il piano orario di dicembre 2017 e assicurarsi che le promesse fatte dalle FFS rimangano invariate.
Le vittorie conseguite dal SISA sono state possibili solo grazie alla vicinanza e comunanza con i risentimenti della popolazione studentesca e attraverso una solida organizzazione in grado di coordinare l’insieme. Per questo motivo è necessario consolidare il sindacato, affinché in futuro si possa continuare la lotta contro le ingiustizie nei confronti degli studenti e avanzare rivendicazioni per difendere e migliorare le condizioni dei veri protagonisti della scuola pubblica ticinese. E tu cosa aspetti ad unirti al sindacato?
Rudi Alves