A cinquant’anni dal 1968, un nuovo “autunno caldo” per la scuola ticinese?

Cinquant’anni sono ormai passati da quel fatidico 1968, da quello “spartiacque” nella storia del Novecento, da quell’anno di rivolta e contestazione che negli ultimi mesi è stato ricordato in molteplici modi. In occasione di questo anniversario tenteremo anche noi di dare spazio alla memoria storica di quei momenti di grande fermento, con un approfondimento sugli avvenimenti della Svizzera italiana, spesso ben poco conosciuti anche se estremamente notevoli e istruttivi per chi – come noi – si trova ancora a dover lottare nelle proprie scuole. In questo nuovo numero de L’Altrascuola verrà anche naturalmente dato spazio ai temi di più stretta attualità per il movimento studentesco, quali il dibattito parlamentare sul rafforzamento delle borse di studio o la problematica dei giovani senza formazione post-obbligatoria. Si preannuncia in effetti un “autunno caldo” per la scuola ticinese, sottoposta nuovamente – a solo un anno dalla votazione sull’educazione civica – al giudizio popolare (questa volta sulla sperimentazione della Scuola che verrà), ma anche oggetto di “vecchie-nuove rivendicazioni” avanzate dal sindacato studentesco (prima su tutte, la reale applicazione del diritto allo studio). L’invito rivolto alle nostre lettrici e ai nostri lettori è pertanto quello di informarsi, riflettendo e discutendo degli spunti sollevati in questo giornale, e di mobilitarsi nuovamente in difesa dei propri diritti. Solo la lotta collettiva può permet- terci di progredire: per dirla con Jim Morrison, “they’ve got the guns, we’ve got the numbers” (loro hanno le armi, noi abbiamo i numeri).

Redazione


Questo articolo è apparso nel 5° numero de L’Altrascuola, pubblicato nel mese di settembre del 2018 (leggi qui l’intero giornale).


 

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