Stage nel settore sociosanitario: il lavoro va retribuito e gli studenti vanno tutelati!

Tra le varie lotte intraprese dal SISA per tutelare gli studenti e gli apprendisti vi è quella contro lo sfruttamento degli stagisti che operano in ambito sociosanitario. Questi vengono troppo spesso sfruttati come manodopera a basso costo: ciò deve cambiare, perché gli studenti sono delle risorse fondamentali per il futuro di questo settore!

Come primo passo per il riconoscimento del lavoro dei tirocinanti in ambito socioassistenziale e il miglioramento delle loro condizioni di lavoro, il SISA ha scritto una lettera alla Divisione della formazione professionale, in cui venivano chieste delucidazioni in merito alla regolamentazione del lavoro degli stagisti da parte dello Stato.

La risposta giunta dal Governo non ci ha affatto soddisfatti: la nostra attenzione è stata catturata in particolare dal punto in cui si afferma che già in passato le istituzioni e i servizi sociosanitari erano stati invitati dal Consiglio di Stato a versare un importo di almeno 400 CHF e che tutte le istituzioni versano agli stagisti questa somma se non addirittura una maggiore. Questa affermazione non sempre corrisponde però al vero: sappiamo che vi sono degli stagisti che lavorano per enti pubblici e percepiscono un salario nettamente inferiore a quello menzionato dal governo.

Ci terrei inoltre a precisare che un invito a versare un dato importo ai giovani in formazione non è sufficiente (perché non vincolante): bisogna cambiare rotta! Per questo è necessario definire per legge un salario minimo mensile, differenziato per anno di formazione. Questo potrebbe corrispondere a 500 CHF mensili netti per il primo anno di formazione, 700 CHF per il secondo e 900 CHF al mese netti per l’ultimo anno di formazione, in questo modo si offrirebbe un salario proporzionato alle mansioni e alle responsabilità assegnate allo studente sul luogo di stage (e conseguentemente progressivo).

Gli studenti in ambito sociosanitario e socioassistenziale non scelgono il proprio luogo di lavoro, bensì è la scuola a farlo per loro, così questi spesso si ritrovano a dover lavorare in un istituto distante dal loro domicilio e per raggiungerlo sono obbligati a pagare di tasca propria l’abbonamento ai mezzi pubblici; nei casi più estremi devono addirittura trovarsi un alloggio temporaneo per la durata dell’esperienza professionale. Anche in questo caso gli studenti non ricevono alcun tipo di sussidio da parte dello Stato: non si può continuare così! È assolutamente ingiusto che gli studenti e le loro famiglie siano obbligati a farsi carico di spese aggiuntive come un secondo alloggio senza ricevere alcun aiuto economico, solo perché la scuola decide di inserire lo studente in una struttura distante dal suo domicilio. Per questo chiediamo che come gli apprendisti anche i tirocinanti ricevano uno sconto del 40% sulle spese dell’abbonamento Arcobaleno, e per gli stagisti obbligati a trovare un altro alloggio chiediamo invece che il Cantone ne sussidi, in base al reddito, il costo.

Queste sono alcune delle misure che il SISA propone per riconoscere e regolamentare il lavoro degli stagisti del settore sociosanitario. Lo statuto di “studente in formazione” non deve essere una scusa per lo sfruttamento: il lavoro va retribuito e gli studenti vanno tutelati!

Sarah Sbabo


Questo articolo è apparso nel 7° numero de L’Altrascuola, pubblicato nel mese di novembre del 2019 (leggi qui l’intero giornale).


 

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