Gli scioperi non si organizzano da soli: unisciti anche tu al sindacato!

Lo scrivevamo già nell’ultimo numero di questa rivista: questo è stato un anno di grandi mobilitazioni sociali, tra le più grandi della storia recente del nostro paese, caratterizzate da una partecipazione giovanile estremamente importante. Gli scioperi per il clima e lo sciopero delle donne hanno portato in piazza un numero di persone considerevole per la “media” svizzera, creando così una pressione sociale notevole sull’autorità politica (anche se, purtroppo, finora priva di risultati concreti). Tutto questo non è però avvenuto per caso o per “grazia divina”: gli scioperi hanno potuto avere luogo unicamente poiché delle organizzazioni si sono occupate, per l’appunto, di organizzarli. Se entrambi i movimenti sono stati sicuramente caratterizzati da un elemento spontaneo, ovvero dal sentimento diffuso di dover operare una resistenza collettiva (contro lo sfruttamento ambientale o la disparità fra i sessi), senza un’organizzazione strutturata e radicata sul territorio difficilmente si sarebbero potuti ottenere dei risultati simili.

Tutto ciò era chiaro già ai “padri fondatori” del SISA, che nel manifesto politico del sindacato inserirono un paragrafo intitolato “L’utilità di un sindacato giovanile”, che recita quanto segue: “Il sindacato è uno strumento al servizio della lotta e deve favorire la sua autorganizzazione. Esso vuole nel contempo però superare tendenze spontaneiste o basate su un movimentismo fine a sé stesso che impediscono la costruzione di una struttura organizzata che sappia dare continuità alle lotte e sappia portare risultati concreti. Il SISA nasce come volontà di dare stabilità alla lotta dei giovani ticinesi per la loro autodeterminazione”. Nel manuale di sindacalismo studentesco da noi pubblicato nel 2009 si diceva anche che: “Rifiutare la necessità dell’organizzazione significa essere spontaneista e credere che le cose arrivino da sole. Non è un’opinione diversa, è un concetto disfattista e anti-sindacale e come tale non va tollerato”.

I movimenti giovanili in Ticino sono stati numerosi e diversi fra loro, ma la maggior parte di essi non è durata più di qualche mese (al massimo qualche anno): il SISA è invece l’unica struttura sindacale che è stata capace di rinnovarsi e di sopravvivere fino ad oggi dal lontano 2003. L’utilità di quest’organizzazione è apparsa in tutta la sua evidenza nel sostegno dato all’organizzazione dei primi scioperi per il clima e al coordinamento svolto in vista dello sciopero delle donne. Se si vuole contribuire alla stabilità e alla forza delle lotte giovanili, unirsi al sindacato studentesco è sicuramente la via maestra: ricordiamoci che soli siamo deboli, ma uniti siamo forti! Quindi non esitare: visita il nostro sito, chiedi informazioni e iscriviti anche tu al SISA!

Zeno Casella


Questo articolo è apparso nel 7° numero de L’Altrascuola, pubblicato nel mese di novembre del 2019 (leggi qui l’intero giornale).


 

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