Il Manifesto del SISA

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Manifesto del SISA

 

§1. Studenti, apprendisti e lavoratori

Nella società di oggi, lo studente è un lavoratore intellettuale (e un futuro lavoratore) che può ottenere un diploma che gli dà dei diritti sul mercato del lavoro garantiti da contratti collettivi e dalla legge sul lavoro. Per questo gli interessi degli studenti sono indissolubilmente legati a quelli dei lavoratori salariati e, dunque, a quelli degli apprendisti. Gli studenti devono quindi impegnarsi a fianco di apprendisti e lavoratori per difendere e tutelare i loro diritti e per l’emancipazione sociale, culturale, intellettuale e politica di tutti, perché solo in un questo contesto potranno diventare protagonisti veri e indiscussi della propria formazione che permette di istruirsi, di sviluppare il proprio senso critico e di metterlo a disposizione per la costruzione di una società più equa e dove viga una reale democrazia partecipativa.

§2. Un sindacalismo di lotta

Siamo un sindacato combattivo che fa sua un’analisi materialista e un metodo libertario. Come tale abbiamo per obiettivo la difesa degli interessi individuali e collettivi tanto materiali quanto morali dei giovani in formazione indipendentemente dalle opinioni politiche, filosofiche o religiose di ciascuno. Le conquiste sociali sia nella previdenza, che nell’educazione pubblica o nei diritti dei lavoratori sono state sempre il risultato di dure battaglie portate avanti da movimenti di base. Oggi il mondo unipolare e il pensiero unico della globalizzazione creano le basi per un revisionismo non solo storico e culturale, ma pure giuridico e sociale: il neo-liberismo sta man mano distruggendo tutti i successi che il movimento operaio e studentesco era riuscito ad ottenere in anni di lotte fatte di passione e di sacrifici. Noi riconosciamo quindi la società attuale come una società in cui esistono conflitti fra classi sociali differenti: non possiamo rimanere neutrali ma ci schieriamo apertamente con gli ultimi, i poveri, gli sfruttati, gli oppressi, chi ha niente o poco, chi non è più uguale agli altri. Per questo ci sentiamo parte del sindacalismo di trasformazione sociale, alternativo e di base, contrario alla concertazione e al corporativismo, e uniamo le nostre azioni e le nostre analisi con quelle dell’insieme dei lavoratori, siano essi disoccupati, precari, immigrati, o sans-papiers.

§3. L’indipendenza sindacale e la cogestione

Il sindacato deve essere indipendente. Ma la nostra indipendenza non ha nulla a che vedere con neutralità o apoliticismo. Siamo indipendenti perché siamo noi a decidere come muoverci e quali posizioni adottare senza accettare pressioni da nessuno, né dallo stato, né dai partiti, né dagli altri sindacati, né dai gruppi di potere, né da coloro che promuovono concezioni metafisiche: la nostra è un’indipendenza dettata soprattutto dalla volontà di differenziarci dai metodi sindacali tradizionali basati sul burocratismo e sulla ricerca ad ogni costo del compromesso a scapito della mobilitazione diretta. Noi non vogliamo discutere filosoficamente su quello che dovrebbe essere una scuola „migliore“, noi vogliamo fatti concreti che modifichino in senso democratico le condizioni di vita e di lavoro di studenti e apprendisti nel luogo di formazione, ma anche nella società tutta. Noi rifiutiamo inoltre la cogestione: non si può elaborare o gestire piani e riforme del governo o delle aziende e nel contempo combatterle come sembra essere tradizione del sindacalismo elvetico. Noi non siamo partner dell’amministrazione statale, perché compito di un sindacato non è quello di partecipare nella gestione del potere. Tuttavia il sindacalismo di lotta che rappresentiamo può essere presente in strutture istituzionali come collegamento con le lotte studentesche e giovanili e per raccogliere le informazioni e trasmetterle alla base. Non abbiamo la pretesa di rappresentare l’insieme degli studenti e degli apprendisti, noi rappresentiamo solo i nostri membri e coloro che ci sostengono.

§4. L’utilità di un sindacato giovanile

Il sindacato è uno strumento al servizio della lotta e deve favorire la sua autorganizzazione. Esso vuole nel contempo però superare tendenze spontaneiste o basate su un movimentismo fine a sé stesso che impediscono la costruzione di una struttura organizzata che sappia dare continuità alle lotte e sappia portare risultati concreti. Il SISA nasce come volontà di dare stabilità alla lotta dei giovani ticinesi per la loro autodeterminazione.

§5. Il Servizio Pubblico e la Scuola Pubblica

Il servizio pubblico deve essere garante dell’uguaglianza degli utenti su tutto il territorio, qualsiasi siano le origini sociali e geografiche degli stessi. La sua gestione, inoltre, deve essere assolutamente indipendente da interessi di profitto economico, in particolare nel campo della cultura e della formazione e del loro finanziamento. Seppur pienamente inserita in questo contesto, la scuola pubblica va progressivamente emancipata dal concetto di servizio: essa è una comunità educante e non una fabbrica di futura forza-lavoro. I servizi pubblici stanno trasformandosi in “offerte a pagamento” con uno scivolamento verso questa nuova definizione che contestiamo nella forma e nel metodo. Occorre per tanto recuperare il senso più autentico di servizio che è quello di diritto espresso dalla società in ragione dei diritti, quei diritti contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

§6. La laicità

La laicità deve essere difesa di fronte ai tentativi ripetuti di rimettere in discussione il principio della separazione fra Stato e chiese: crediamo che la religione debba rimanere una questione puramente personale e che neppure i suoi simboli vadano ostentati in luoghi pubblici, soprattutto se in luoghi atti alla formazione delle cittadine e dei cittadini. Il concetto di laicità va però pure esteso (e difeso) come il rigetto di ogni intervento privato, politico o economico.

§7. Il sistema formativo, pedagogico e didattico

Il sistema educativo è purtroppo oggi un ingranaggio del sistema capitalista in quanto produttore e riproduttore delle divisioni sociali e dello sfruttamento delle risorse umane e naturali che ne deriva. La forma del sistema educativo si modifica attraverso riforme sedicenti pedagogiche per adattarsi alle mutazioni della società nel suo insieme. E’ dunque fondamentale saper analizzare e interpretare tali riforme per quello che sono: delle modifiche funzionali al mercato e al mantenimento e alla riproduzione delle disuguaglianze sociali.

§8. La solidarietà e l’impegno internazionale

Il nostro sindacalismo si inserisce nella lotta dei popoli per la pace e la libertà, contro l’imperialismo, e l’imposizione del pensiero unico e dei sui strumenti organizzati (Banca Mondiale, FMI, NATO, WEF, WTO, ecc.), i quali, mentre peggiorano le condizioni di vita dei cittadini in Occidente, affamano i popoli del Sud del mondo con il neo-colonialismo, la dipendenza economica e la guerra. Noi sosteniamo e siamo parte dei movimenti europei ed internazionali impegnati nella difesa e nella conquista dei diritti sociali e civili, economici e politici. Siamo consci che quando un diritto è perso nelle ricche e “civilizzate” società occidentali, tale diritto è irrimediabilmente perso pure per i popoli più sfavoriti del resto del pianeta, la miglior solidarietà è quindi quella di operare nel locale senza però mai perdere di vista il globale, dichiarandosi solidali con le lotte che avvengono parallelamente alle nostre nel resto del mondo e lavorando per l’unificazione delle stesse a livello internazionale.


Questo Manifesto viene adottato dall’Assemblea generale straordinaria riunitasi a Mendrisio il 4 febbraio 2006. Entra immediatamente in vigore e sostituisce completamente la precedente versione ratificata dall’Assemblea Costitutiva del 20 agosto 2003.


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