Un monitoraggio cantonale per promuovere la competizione tra le scuole?

Il percorso d’implementazione del concordato HarmoS conferma i timori già espressi a suo tempo dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA): la recente notizia dell’introduzione di un sistema di monitoraggio degli obiettivi formativi nazionali non può che farci preoccupare. Essa rappresenta infatti uno dei tasselli fondamentali grazie a cui HarmoS potrebbe riuscire ad instaurare anche in Svizzera un vero e proprio “mercato dell’istruzione”, in cui – come in qualsiasi “libero” mercato – solo chi avesse le necessarie risorse economiche riuscirebbe a far valere il diritto all’educazione sancito dalla Costituzione.

Se il sistema di monitoraggio intercantonale non dovrebbe creare grandi stravolgimenti per il Ticino (il nostro sistema scolastico, isolato linguisticamente e fisicamente, non potrà permettere l’ampia mobilità degli studenti che si potrebbe invece avere nei Cantoni della Svizzera interna), ciò non vale assolutamente per quanto riguarda la verifica delle competenze a livello cantonale: questa servirà infatti a “capire com’è il sistema scolastico ticinese, anche in un confronto tra istituto e istituto”, tramite la pubblicazione di un rapporto quadriennale sull’educazione. Esso renderà pubblici i risultati delle singole scuole, senza tenere conto di una lunga serie di variabili (sociologiche, finanziarie, geografiche, ecc.), e potrebbe divenire lo strumento principale grazie a cui le famiglie potrebbero iniziare a scegliere “liberamente” in quale scuola iscrivere i propri figli. Il timore, basato anche sull’osservazione di dinamiche analoghe in Europa, è che tale pratica possa a lungo andare dare vita ad una “scuola a due velocità”: solo chi potesse far fronte ai costi maggiori derivanti dalla lontananza dalla sede di riferimento riuscirebbe a garantire ai propri figli un’istruzione di qualità, mentre gli istituti di valle, di periferia ecc. diverrebbero delle vere e proprie “scuole discarica” in cui concentrare gli allievi “peggiori” (ossia coloro che non hanno la possibilità di frequentare delle lezioni di recupero, di avere un giornale in casa, di venire seguiti dai propri genitori negli studi, ecc.).

Il SISA, come aveva già avuto modo di fare al momento della sottoscrizione di HarmoS, si oppone all’introduzione di un simile monitoraggio e si appella al DECS affinché non inizi a pubblicare i dati sui risultati delle singole scuole, aprendo la strada ad una sfrenata concorrenza tra istituti con gravi conseguenze per il diritto allo studio e l’equità di trattamento degli studenti.

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