Apprendisti: cittadini di serie B?

Il 1. maggio, festa dei lavoratori, è l’occasione per interrogarsi sullo stato di salute del mercato del lavoro in Ticino: i problemi sono tanti e gravi (dumping salariale, deterioramento delle condizioni di lavoro, precarietà degli impieghi,…) e non è più possibile volgere lo sguardo altrove facendo finta non esistessero. Il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) ci tiene però a formulare qualche riflessione su una questione purtroppo spesso trascurata: le condizioni di lavoro e apprendimento degli apprendisti ticinesi.

Questi studenti-lavoratori sono infatti vittima di un feroce sfruttamento da parte dei datori di lavoro, che spesso li costringono a svolgere i compiti più ingrati sul posto di lavoro, pagandoli poi una vera e propria miseria. Il padronato, da qualche anno a questa parte, sta inoltre diventando sempre più esigente con i propri apprendisti, premendo affinché la durata del tirocinio sia quanto più lunga possibile. In alcuni settori della vendita viene richiesta addirittura la media del 5 alle scuole medie per accedere a un posto di lavoro, e per venir assunti spesso si richiede di frequentare dei corsi preparatori di uno o due anni!

In secondo luogo, occorre segnalare come di fatto questi giovani lavoratori ricevano un’istruzione “a metà” rispetto ai propri coetanei che frequentano altre scuole: trovandosi per la maggior parte della settimana sul posto di lavoro, gli apprendisti non possono seguire un curricolo di studio completo grazie a cui sviluppare le proprie capacità e il proprio spirito critico.

Qual’è il risultato di questa situazione? A conti fatti, sembra che gli apprendisti ticinesi vengano considerati come veri e propri cittadini “di serie B”: non sono né lavoratori a tutti gli effetti (e perciò non godono dei minimi diritti che vengono loro concessi), né studenti a pieno titolo (infatti, l’istruzione che essi ricevono viene unanimemente riconosciuta come di seconda categoria rispetto a quella fornita in tutte le altre scuole superiori).

Questa discriminazione non è assolutamente accettabile, perciò il SISA scenderà in piazza il 1. maggio, al fianco dei lavoratori, per portare 3 rivendicazioni chiave per migliorare le condizioni di lavoro degli apprendisti:

  1. TEMPO LIBERO: l’aumento da 5 a 7 settimane di vacanza annuali;

  2. LAVORO: l’aumento dei posti di tirocinio nello Stato e nel parastato;

  3. CULTURA: il potenziamento dello statuto culturale delle scuole professionali, dando più spazio alle materie umanistiche nel piano di studi.

Ritrovo domenica 1. maggio alle ore 10.00 in Viale Officina a Bellinzona!

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